Noi lettori abbiamo una grande fortuna. Leggendo possiamo vivere molte vite e avvantaggiarci delle esperienze di infiniti personaggi.
(Da La biblioteca dei sussurri, p. 205)
Un libro acquistato quasi per caso al Salone Internazionale del Libro di Torino, circondata da migliaia di volumi che attendevano solo di essere scelti e portati via. Sono stata attirata dalla copertina dai colori caldi e tenui, che raffigura una bambina comodamente seduta a letto, avvolta nelle coperte e immersa in una lettura attenta. Un'immagine confortevole e delicata. Un titolo intrigante: cosa si intende per “biblioteca dei sussurri”? Non dovrebbero tutte le biblioteche essere caratterizzate dai sussurri? O forse questa espressione cela una sfumatura più ambigua?
Incuriosita, ho fatto un rischioso salto nel buio che si è rivelato straordinariamente fruttuoso: Desy Icardi realizza un'opera profondamente unica che non si limita a raccontare una storia, ma invita il lettore a riflettere sull’influenza della lettura sullo sviluppo personale e sull’importanza della curiosità, dei legami familiari e dei ricordi.
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Udito e lettura: la serie sui cinque sensi

Pur essendo perfettamente completo come romanzo autonomo, La biblioteca dei sussurri fa parte di una pentalogia dedicata ai cinque sensi e all'amore per la lettura. Ogni libro della serie celebra un senso, offrendo una prospettiva unica ed esplorando le emozioni suscitate dalla parola scritta. Questa è la Serie sui cinque sensi di Desy Icardi.
Pubblicato da Fazi Editore a fine 2021, La biblioteca dei sussurri (incentrato sull’udito) è preceduto dal noto L’annusatrice di libri (2019), dedicato all’olfatto e finalista all’European Union prize for literature, e da La ragazza con la macchina da scrivere (2020), sul tatto. A completare la serie troviamo La fotografa degli spiriti (2022), dedicato alla vista, e La pasticciera di mezzanotte (2023), che esplora il gusto.
Nella pentalogia dei cinque sensi ogni storia è autoconclusiva e indipendente e non è necessario seguire un ordine specifico di lettura. Tuttavia, i romanzi condividono temi comuni e personaggi ricorrenti (come l’eccentrico avvocato Ferro).
Tra gli elementi ricorrenti nelle opere di Icardi spicca anche l’ambientazione: ci troviamo a Torino. L’autrice trasmette il suo amore per questa città, suo nido, e per la sua atmosfera unica, trasformandola in una componente essenziale della narrazione, suscitando nel lettore un senso di nostalgia e di connessione ancestrale e radicando al contempo il racconto in una realtà ben precisa.
Tutti i romanzi della serie hanno riscosso un notevole successo e sono stati tradotti e pubblicati in Spagna, Messico, Colombia (tramite ADN), Bulgaria (tramite Perseus Books) e Albania (tramite Dituria). Inoltre, Desy Icardi è anche attrice, cabarettista e autrice di testi teatrali, prevalentemente comici.
La biblioteca dei sussurri: romanzo di formazione con un pizzico di realismo magico
Per quanto riguarda la trama, ciò che colpisce maggiormente è forse proprio la sua semplicità apparente. Nella sua essenza, il libro racconta la storia di una famiglia torinese attraverso gli occhi di Dora, la più giovane, una bambina sensibile e riflessiva che vive in una casa lungo il fiume Dora. Il lettore segue la piccola protagonista a partire dalla sua infanzia attraverso una serie di eventi cruciali per la sua crescita, eventi che parlano di vita, di morte, ma soprattutto di riflessione e di sviluppo interiore.
Quando, in seguito a un lutto, un silenzio opprimente cala sulla casa – un luogo normalmente invaso dal rumore e dal chiasso spensierato – Dora trova rifugio nella quiete tranquilla della Biblioteca Civica Centrale di Torino, dove scopre il potere della lettura. La bambina rimane incantata dalla biblioteca, che Icardi descrive non solo come uno spazio fisico, ma come un’entità vitale, protettrice di racconti, ricordi, sussurri e segreti. In questa visione, i libri diventano non solo contenitori di storie, ma custodi del vissuto e strumenti di liberazione e guarigione. Leggere diventa così un atto di ribellione contro l’oblio e l’indifferenza, un modo per mantenere viva l’essenza di chi siamo e di chi siamo stati.
Nel silenzio della biblioteca civica, Dora affina ulteriormente la sua percezione fuori dal comune, riuscendo persino a cogliere misteriosi sussurri incorporei, come se i libri custodissero le voci e i ricordi di chi li ha letti o scritti. In questo modo, l'autrice esplora i confini tra realtà e immaginazione, mantenendo un’affascinante ambiguità, e inserisce armoniosamente un elemento di realismo magico nel contesto altrimenti ordinario della Torino degli anni ’70, dando vita a una narrazione immersiva e coinvolgente.
La biblioteca diventa così la protagonista della storia, contribuendo alla crescita e alla formazione di Dora attraverso l’aiuto dell’avvocato Ferro, un frequentatore della biblioteca colto ed eccentrico che decide di prenderla sotto la sua ala protettrice per introdurla al mondo della lettura, suggerendole libri in base ai suoi bisogni del momento e alle diverse fasi della crescita. Grazie a questo stratagemma si crea un costante gioco di rimandi letterari – tipico della scrittura di Desy Icardi – che infonde una nostalgia unica nei lettori appassionati dei libri consigliati dall'avvocato.
Ci sono riuscito con te, Dora cara? Sei diventata una giovane donna in grado di scegliere tanto un libro quanto ciò che vuol fare della sua vita? Non sarai per caso una che attende inerte?
(Da La biblioteca dei sussurri, pp. 277-278)
Tra profondità e disinvoltura: considerazioni stilistiche
Tornando all’immagine di copertina, essa riflette perfettamente le sensazioni evocate durante la lettura: il lettore si sente al sicuro, a casa, come se fosse anche lui tornato bambino. Questo effetto è reso possibile da una scrittura estremamente fluida e scorrevole, che nella sua naturalezza riesce comunque a essere evocativa e, per certi versi, ricercata, grazie a uno stile tanto elegante quanto spontaneo. La solitudine, il desiderio di connessione con i membri della famiglia, l’importanza delle proprie radici e lo smarrimento sono solo alcune delle tematiche che emergono spontaneamente nel corso della narrazione.
Il ritmo – disinvolto, snello, avvolgente – tiene il lettore incollato alle pagine del libro, così come le descrizioni vivide che lo immergono completamente nella scena. La narrazione degli eventi e le riflessioni interiori di Dora si alternano in un equilibrio impeccabile. Inoltre, alcuni elementi del romanzo richiamano la formazione teatrale dell’autrice. La biblioteca civica centrale di Torino, ad esempio, con la sua atmosfera onirica e magica, sembra quasi un palcoscenico su cui le voci dei lettori passati possono prendere vita ed esibirsi. I dialoghi – scritti magistralmente – non si limitano a far progredire la trama, ma definiscono il contesto emotivo delle scene, rivelando le complesse sfumature interiori di ogni personaggio.
Conclusioni: un elogio della lettura
La biblioteca dei sussurri si rivela, essenzialmente, un elogio della lettura, ma anche un invito alla scoperta di sé. È un libro da leggere quando ci si trova in una fase di ricerca personale, di attesa o forse di immobilità, perché proprio come sottolinea l’avvocato Ferro, l’attesa del nulla è la parte più difficile:
Poi c’è l’attesa del nulla, mia cara, che è la più temibile di ogni altra; essa ci fa macerare nell’illusione che qualcosa, o qualcuno, giunga prima o poi per riscattarci. […] Ognuno su questa terra ha, a mio avviso, una missione da proseguire; purtroppo, però, in molti non hanno la forza né la tenacia di cercarla e rimangono buttati su questo mondo, vuoti e inerti come burattini in attesa che una mano li animi.
(Da La biblioteca dei sussurri, pp. 276-277)
All’inizio del libro, l’autrice riesce a trasportare il lettore in uno stato d’animo quasi infantile, facendolo affezionare all’atmosfera rassicurante e accogliente della famiglia di Dora. Con il progredire della narrazione, questo legame intimo si rafforza e diventa impossibile non condividere con la giovane protagonista la gioia e il dolore legati ai cambiamenti che deve affrontare: l’allontanamento da persone, luoghi e abitudini, l’infrangersi delle certezze dell’infanzia, con la lettura come unica costante e rifugio sicuro.
La nostalgia per un’infanzia ormai lontana si tinge di malinconia, e quando l’avventura di Dora giunge al termine, riportandola al punto di partenza, il lettore si scopre, proprio come lei, diverso e, almeno per un po’, trasformato. I sussurri della biblioteca civica di Torino ci ricordano che la lettura è un dialogo silenzioso che lascia un segno profondo nel lettore e nell'opera; perché, a pensarci bene, ogni libro che leggiamo ci lascia qualcosa, ma forse anche noi lasciamo qualcosa nelle sue pagine. Quanto di ciò che leggiamo si imprime nel nostro essere? E quanto di noi rimane nascosto tra le pagine, una volta chiuso il libro?

Autrice: Annamaria Lazzari
Studentessa di linguistica e traduzione, legge dalla tenera età di tre anni e mezzo. Nel tempo libero ama dedicarsi a numerosi (forse troppi) hobby, tra cui l’uncinetto, la maglia, il cucito, la danza classica e – ovviamente – la lettura.
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