Sapevi di poterti sedere davanti a uno schermo o a un quaderno, e cambiare il mondo? È una cosa che non può durare, perché il mondo torna sempre quello che è nella realtà, ma, prima che succeda, la sensazione che provi è incredibile. Non c’è niente che valga di più, perché puoi fare in modo che le cose vadano esattamente come vuoi tu.
Billy Summers è un romanzo thriller un po’ fuori dagli schemi usuali di Stephen King, pubblicato negli USA il 3 Agosto 2021 e successivamente in Italia il 26 Ottobre dello stesso anno con Sperling & Kupfer (Luca Briasco, trad).

Tutto l’amore di King verso la scrittura viene a galla ancora una volta, ancora più forte e ancora più marcato. Billy, ex soldato, killer professionista e appassionato di lettura, si troverà a ingannare il tempo nell’attesa del suo nuovo bersaglio, dedicandosi alla stesura di una sorta di autobiografia.
Il sicario diventa così narratore di sé stesso, volgendo il focus al Billy giovane e alla sua storia, accentuando la dimensione umana del personaggio.
Capitolo dopo capitolo, sia del racconto che del meta-racconto, King ci farà affezionare alla dimensione umana di Summers, nonostante egli sia uno dei migliori sicari in circolazione.
“Fa parte del fascino del mestiere. Guardatemi. Vi sto mostrando ciò che sono. Mi sono tolto le vesti. Sono nudo dinanzi a voi”.
Con Billy Summers – e precedentemente con 22.11.63 (I edizione italiana 2011, Sperling & Kupfer, Wu Ming 1 trad.) – l’autore ha dimostrato di avere una grandissima dimestichezza con il genere thriller, con un occhio di riguardo in particolare alla dimensione umana dei personaggi che lo caratterizzano.
Billy, infatti, non rappresenta il sicario perfetto che siamo abituati a conoscere ma piuttosto una persona fallibile che, dopo anni di esercito, di battaglie e in seguito di contratti, decide di ritirarsi dal mondo della criminalità.
“Mentre [...] scende le scale, si ripete una cosa semplice: lui è quello che è, e deve cercare di trarre il massimo da se stesso. Non è un gran conforto, ma sempre meglio di niente”.
La trama di Billy Summers è costruita magistralmente. I generi toccati sono molteplici partendo dal thriller dei primi capitoli e passando al romanzo con leggere sfumature noir, in un susseguirsi di eventi che tengono il lettore costantemente col fiato sospeso.
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STEPHEN KING
Stephen King vive e lavora nel Maine con la moglie Tabitha. Le sue storie sono clamorosi bestseller che hanno venduto centinaia di milioni di copie in tutto il mondo e hanno ispirato registi famosi come Brian De Palma (Carrie – Lo sguardo di satana, 1976), Stanley Kubrick (Shining, 1980), Rob Reiner (Stand by Me, 1986 e Misery non deve morire, 1990) e Frank Darabont (Le ali della libertà, 1994 e Il miglio verde, 1999).
Accanto ai grandi film, innumerevoli gli adattamenti televisivi tratti dalle sue opere, due fra tutte Under the dome (Brian Waughan, 2013-2015) e la miniserie The stand (Josh Boone, 2021). King, oggi seguitissimo anche sui social, è stato insignito nel 2014 della National Medal of Arts dal presidente Barak Obama e nel 2018 ha ricevuto il PEN America Literary Service Award.
REDENZIONE E SALVEZZA
Billy Summers è il miglior sicario sulla piazza, ma ha una sua particolare etica: accetta l’incarico soltanto quando il bersaglio da uccidere è una persona malvagia.
“Ecco che cos’ho imparato […]: che non esistono solo due categorie di persone, i buoni e i cattivi, come pensavo quando ero un ragazzino. Ce ne sono 3, invece. Il terzo tipo di persone si adatta e tira a campare [...]. Rappresenta la maggioranza, e io credo che il suo colore sia il grigio. È gente che non ti farà mai del male (almeno, di proposito), ma che non ti darà mai neppure una mano. Ti dirà sempre ‹fai quel che vuoi e che Dio ti aiuti›”.
Dopo anni di servizio, quando matura finalmente l’idea di uscire dal giro, gli viene proposto un nuovo contratto che non riesce a rifiutare: Nick, uno dei mandatari con cui Billy ha collaborato per diversi anni, gli offre un nuovo obiettivo e se questo verrà abbattuto saranno garantiti al sicario ben due milioni di dollari.
Così decide che questo contratto sarà il suo ultimo e dopo farà perdere definitivamente le sue tracce. Una delle clausole del contratto, però, prevede che si debba trasferire per alcuni mesi in una piccola cittadina, in attesa che il bersaglio arrivi in città per poter essere processato. Durante questo soggiorno, Billy avrà bisogno di un'identità fittizia che possa usare come copertura per giustificare il suo arrivo in città.
Ecco che dà vita al suo alter ego David Lockridge, scrittore sregolato e alcolizzato, costretto dal suo agente (anch’egli un uomo al soldo di Nick sotto copertura) a trascorrere il suo tempo in un ufficio a lui dedicato per poter monitorare il suo lavoro e tenere sotto controllo la sua dipendenza. La posizione di questo ufficio è ben studiata, una delle finestre si affaccia direttamente sul tribunale offrendo a Billy una visuale perfetta e un’ottima linea di tiro.
È proprio durante questa permanenza che prende sul serio l’idea di scrivere la propria autobiografia, iniziando così un percorso interiore che gli offrirà i primi passi per raggiungere la propria redenzione.
King propone ancora una volta la scrittura come mezzo per raggiungere la salvezza, proprio come già era accaduto in “Misery non deve morire” (I edizione italiana 1988, Sperling & Kupfer, Tullio Dobner trad., titolo originale “Misery”), anche se in questo caso si tratta di una salvezza dell’anima piuttosto che fisica. Summers si trova faccia a faccia con il giovane se stesso e con le terribili vicende che hanno costellato la sua vita.
È così che finalmente ha inizio il lavoro di autoanalisi che abbasserà il cecchino infallibile alla dimensione dell’uomo fragile e tormentato giungendo, infine, alla catarsi.
DALLA PIACEVOLE FAVOLA AL NUDO REALISMO
Nel romanzo l’autore fa un chiaro riferimento alla ben nota favola di Esopo “La cicala e la formica” (c. VI secolo a.C.):
“Questa non è la favola della cicala e della formica. Somiglia più a una tragedia di Shakespeare. Una delle più sanguinose”.
Questo è un modo che King utilizza per disincantare il lettore e lo ammonisce: rispetto ai suoi romanzi più datati dove si è distanti dalla realtà e la storia assume una connotazione favolistica con un finale poco credibile, in Billy Summers questo viene sostituito da un realismo nudo e crudo, che ha un sapore umano in tutta la sua fallibilità.
Al contrario di quello che accade nella favola della cicala e della formica, in cui il modo migliore per affrontare i problemi è impegnarsi a fondo, l’autore ci svela che per quanto una persona possa prepararsi al peggio non sarà mai sufficiente, accadrà in ogni caso qualcosa che sconvolgerà i piani. Soprattutto nell’ambito in cui opera il nostro Billy.
IL METAROMANZO
Stephen King riesce a intrecciare due trame parallele che corrono vicine senza mai ostacolarsi e non appesantiscono il romanzo, annoiando il lettore.
Quello che mette in atto è un processo narrativo difficile da portare avanti con ugual forza, perché in sostanza la narrazione principale viene interrotta per rivelare qualcosa che apparentemente non c’entra niente con la stessa.
Billy, infatti, è alle prese con il suo ultimo incarico e, nell’attesa dell’arrivo dell’obiettivo, si ritrova a passare il tempo scrivendo la sua autobiografia. Inizialmente si trova spiazzato visto che nella vita mai si era ritrovato a scrivere, ma col tempo, trova la motivazione per proseguire e lo fa con trasporto e passione.
Questa pratica narrativa non è nuova all’autore. Infatti, è una tecnica che King ha già sperimentato in “Misery non deve morire” e che in Billy Summers raggiunge la sua maturità.
Sicuramente non è una scelta originale e non rende questo romanzo un capolavoro. Ciò che sostanzialmente fa l’autore è giocare con gli stereotipi e rovesciarli. Quello che è realmente originale nel romanzo sono i protagonisti, le loro intenzioni, la loro dimensione umana e la loro fallibilità.
BILLY SUMMERS / SHINING
Inizialmente tutto va secondo il piano escogitato da Billy: il romanzo sotto lo pseudonimo di David Lockridge, l’ottimo rapporto con il vicinato e tutta la preparazione necessaria per l’incarico.
Qualcosa però va storto quando, mosso dalla paura che la sua copertura possa saltare attirando l’attenzione della polizia, è costretto a raccogliere una ragazza che è stata abbandonata incosciente in strada vicino casa sua.
Da questo momento in poi Billy ha bisogno di rivedere i propri piani, dovendo abbandonare la casa per dirigersi verso il nuovo rifugio sicuro presso una sua vecchia conoscenza che vive lontano dalla civiltà, isolato in mezzo a un bosco.
È proprio in questo luogo che si possono cogliere due chiari riferimenti a “Shining” (I edizione italiana 1978, Longanesi, Francesco Saba Sardi trad.):
durante una passeggiata nel bosco viene intravisto l’Overlook Hotel (le sue rovine in realtà) in cui è ambientato il romanzo;
un quadro all’interno della proprietà in cui si è rifugiato. Billy ha l’impressione che gli animali rappresentati nell’opera si muovano e si stiano avvicinando minacciosamente a lui, creando in lui (e nel lettore) un grande stato di agitazione e angoscia. Analogamente accade in Shining. Inoltre, questi animali vengono raffigurati con gli occhi rossi, segno della presenza della forza maligna che albergava nell’Overlook Hotel.
LE MASCHERE DEL SICARIO
Billy Summers nella realtà è già un alter ego di se stesso: nella vita e nel lavoro ha imparato a indossare una maschera che lo fa apparire tonto e poco sveglio, in modo che i mandatari possano credere di manipolarlo come meglio credono.
Si trova quindi a vivere tre vite distinte: il vero Billy (intelligente, colto, pragmatico), il sicario un po’ tardo che nonostante questo riesce sempre a portare a termine i propri incarichi in modo magistrale per poi sparire velocemente dalla circolazione, e, infine, lo scrittore con dipendenza da alcool utilizzato come copertura.
Ma non è finita qua: preventivamente Billy prepara una quarta maschera da poter utilizzare per far perdere le sue tracce. Nick gli offre un piano per la fuga dopo l’omicidio ma Summers fiuta qualcosa che non lo convince e, di conseguenza, architetta un piano tutto suo.
PERCHÉ LEGGERE BILLY SUMMERS
Non si tratta del solito thriller in cui il sicario è invincibile e riesce a superare ogni avversità gli si presenti. Questo romanzo nasce dalla voglia di King di indagare ancora una volta la natura umana e porre attenzione sui motivi che spingono i personaggi ad agire in determinati modi in base a diversi contesti.
Qualcosa del genere lo avevamo già visto nel film cult Leon (1994, regia di Luc Besson, Francia) nel quale il killer ha la necessità di rivalutare la sua sterile vita in seguito all’arrivo di una figura che rappresenta la parte umana che aveva perso.
Ancora una volta il bene che bilancia il male. E viceversa.
King con questo romanzo vuole lanciare un messaggio molto positivo: nonostante tutte le scelte sbagliate già fatte si può sempre scegliere di fare la cosa giusta.
Anche un’unica volta.

Autore: Luigi Rizzo
Luigi è uno studente pisano, classe 1996. Fotografo, chitarrista, bassista e compositore. Nel tempo libero si dedica alla scrittura di racconti e poesie. Amante delle librerie e dei caffè letterari, del rum invecchiato e del profumo delle pagine di un libro. Lo trovate su @luigirizzoph.
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